Va’ dove ti porta il cuore

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Susanna Tamaro
Va’ dove ti porta il cuore
A Pietro
Oh Shiva, sai che cos’e` la tua realta`?
Che cos’e` quest’universo colmo di stupore?
Che cosa forma il seme?
Chi fa da mozzo alla ruota dell’universo?
Che cos’e` questa vita al di la` della forma che pervade le forme?
Come possiamo entrarvi pienamente, al di sopra dello spazio e del tempo, dei nomi e dei connotati?
Chiarisci i miei dubbi!
Da un testo sacro dello shivaismo kashmiro
Opicina, 16 novembre 1992
Sei partita da due mesi e da due mesi, a parte una cartolina nella quale mi comunicavi di essere ancora viva, non ho tue notizie. Questa mattina, in giardino, mi sono fermata a lungo davanti alla tua rosa. Nonostante sia autunno inoltrato, spicca con il suo color porpora, solitaria e arrogante, sul resto della vegetazione ormai spenta. Ti ricordi quando l’abbiamo piantata? Avevi dieci anni e da poco avevi letto il Piccolo Principe. Te l’avevo regalato io come premio per la tua promozione. Eri rimasta incantata dalla storia. Tra tutti i personaggi, i tuoi preferiti erano la rosa e la volpe; non ti piacevano invece i baobab, il serpente, l’aviatore, ne` tutti gli uomini vuoti e presuntuosi che vagavano seduti sui loro minuscoli pianeti. Cosi` una mattina, mentre facevamo colazione, hai detto: «Voglio una rosa». Davanti alla mia obiezione che ne avevamo gia` tante hai risposto: «Ne voglio una che sia mia soltanto, voglio curarla, farla diventare grande». Naturalmente, oltre alla rosa, volevi anche una volpe. Con la furbizia dei bambini avevi messo il desiderio semplice davanti a quello quasi impossibile. Come potevo negarti la volpe dopo che ti avevo concesso la rosa? Su questo punto abbiamo discusso a lungo, alla fine ci siamo messe d’accordo per un cane.
La notte prima di andare a prenderlo non hai chiuso occhio. Ogni mezz’ora bussavi alla mia porta e dicevi: «Non riesco a dormire». La mattina alle sette avevi gia` fatto colazione, ti eri vestita e lavata; con il cappotto addosso mi aspettavi seduta in poltrona. Alle otto e mezza eravamo davanti all’ingresso del canile, era ancora chiuso. Tu guardando tra le grate dicevi: «Come sapro` qual e` proprio il mio?» C’era una grande ansia nella tua voce. Io ti rassicuravo, non preoccuparti, dicevo, ricorda come il Piccolo Principe ha addomesticato la volpe.
Siamo tornate al canile per tre giorni di seguito. C’erano piu` di duecento cani la` dentro e tu volevi vederli tutti. Ti fermavi davanti a ogni gabbia, stavi li` immobile e assorta in un’apparente indifferenza. I cani intanto si buttavano tutti contro la rete, abbaiavano, facevano salti, con le zampe cercavano di divellere le maglie. Assieme a noi c’era l’addetta del canile. Credendoti una ragazzina come tutte le altre, per invogliarti ti mostrava gli esemplari piu` belli: «Guarda quel cocker», ti diceva. Oppure: «Che te ne pare di quel lassie?» Per tutta risposta emettevi una specie di grugnito e procedevi senza ascoltarla.
Buck l’abbiamo incontrato al terzo giorno di quella via crucis. Stava in uno dei box sul retro, quelli dove venivano alloggiati i cani convalescenti. Quando siamo arrivate davanti alla grata, invece di correrci incontro assieme a tutti gli altri, e` rimasto seduto al suo posto senza neanche alzare la testa. «Quello», hai esclamato tu indicandolo con un dito. «Voglio quel cane li`.» Ti ricordi la faccia esterrefatta della donna? Non riusciva a capire come tu volessi entrare in possesso di quel botolo orrendo. Gia`, perche` Buck era piccolo di taglia ma nella sua piccolezza racchiudeva quasi tutte le razze del mondo. La testa da lupo, le orecchie morbide e basse da cane da caccia, le zampe slanciate quanto quelle di un bassotto, la coda spumeggiante di un volpino e il manto nero e focato di un dobermann. Quando siamo andate negli uffici per firmare le carte, l’impiegata ci ha raccontato la sua storia. Era stato lanciato fuori da un’auto in corsa all’inizio dell’estate. Nel volo si era ferito gravemente e per questo motivo una delle zampe posteriori pendeva come morta.
Buck adesso e` qui al mio fianco. Mentre scrivo ogni tanto sospira e avvicina la punta del naso alla mia gamba. Il muso e le orecchie sono diventati ormai quasi bianchi e sugli occhi, da qualche tempo, gli si e` posato quel velo che sempre si posa sugli occhi dei cani vecchi. Mi commuovo a guardarlo. E` come se qui accanto ci fosse una parte di te, la parte che piu` amo, quella che, tanti anni fa, tra i duecento ospiti del ricovero, ha saputo scegliere il piu` infelice e brutto.
In questi mesi, vagando nella solitudine della casa, gli anni di incomprensioni e malumori della nostra convivenza sono scomparsi. I ricordi che ci sono intorno a me sono i ricordi di te bambina, cucciolo vulnerabile e smarrito. E` a lei che scrivo, non alla persona difesa e arrogante degli ultimi tempi. Me l’ha suggerito la rosa. Stamattina, quando le sono passata accanto mi ha detto: «Prendi della carta e scrivile una lettera». So che tra i nostri patti al momento della tua partenza c’era quello che non ci saremmo scritte e a malincuore lo rispetto. Queste righe non prenderanno mai il volo per raggiungerti in America. Se non ci saro` piu` io al tuo ritorno, ci saranno loro qui ad aspettarti. Perche` dico cosi`? Perche` meno di un mese fa, per la prima volta nella mia vita, sono stata male in modo grave. Cosi` adesso so che tra tutte le cose possibili c’e` anche questa: tra sei o sette mesi potrei non essere piu` qui ad aprirti la porta, ad abbracciarti. Un’amica tempo fa mi diceva che nelle persone che non hanno mai sofferto di niente, la malattia, quando viene, si manifesta in modo immediato e violento. A me e` successo proprio cosi`: una mattina, mentre stavo innaffiando la rosa, qualcuno all’improvviso ha spento la luce. Se la moglie del signor Razman non mi avesse visto attraverso la recinzione che divide i nostri giardini, quasi di sicuro a quest’ora saresti orfana. Orfana? Si dice cosi` quando muore una nonna? Non ne sono proprio sicura. Forse i nonni sono considerati cosi` accessori da non richiedere un termine che ne specifichi la perdita. Dei nonni non si e` ne` orfani ne` vedovi. Per moto naturale si lasciano lungo la strada cosi` come per distrazione, lungo la strada, si abbandonano gli ombrelli.
Quando mi sono svegliata in ospedale non mi ricordavo assolutamente nulla. Con gli occhi ancora chiusi avevo la sensazione che mi fossero cresciuti due baffi lunghi e sottili, baffi da gatto. Appena li ho aperti mi sono resa conto che si trattava di due tubicini di plastica; uscivano dal mio naso e correvano lungo le labbra. Intorno a me c’erano soltanto delle strane macchine. Dopo qualche giorno sono stata trasferita in una stanza normale, dove c’erano gia` altre due persone. Mentre ero li` un pomeriggio e` venuto a trovarmi il signor Razman con la moglie. «E` ancora viva», mi ha detto, «grazie al suo cane che abbaiava come un pazzo.»
Quando gia` avevo cominciato ad alzarmi e` entrato nella stanza un giovane medico che avevo visto altre volte durante le visite. Ha preso una sedia e si e` seduto vicino al mio letto. «Dato che non ha parenti che possano provvedere e decidere per lei», ha detto, «le dovro` parlare senza intermediari e in modo sincero.» Parlava, e mentre parlava, piu` che ascoltarlo, lo guardavo. Aveva le labbra strette e, come sai, a me non sono mai piaciute le persone con le labbra strette. A sentire lui il mio stato di salute era cosi` grave da non permettermi di tornare a casa. Mi ha fatto il nome di due o tre pensionati con assistenza infermieristica dove avrei potuto andare a vivere. Dall’espressione della mia faccia deve aver capito qualcosa perche` subito ha aggiunto: «Non si immagini il vecchio ospizio, adesso e` tutto diverso, ci sono stanze luminose e intorno grandi giardini dove poter passeggiare». «Dottore», gli ho detto io allora, «conosce gli esquimesi?» «Certo che li conosco», ha risposto alzandosi. «Ecco, vede, io voglio morire come loro», e visto che sembrava non capire, ho aggiunto, «preferisco cadere a faccia in giu` tra le zucchine del mio orto piuttosto che vivere un anno ancora inchiodata a un letto, in una stanza dalle pareti bianche.» A quel punto lui era gia` sulla porta. Sorrideva in modo cattivo. «Tanti dicono cosi`», ha detto prima di scomparire, «ma all’ultimo momento corrono tutti qua a farsi curare e tremano come foglie.»
Tre giorni dopo ho firmato un foglio ridicolo in cui dichiaravo che, se per caso fossi morta, la responsabilita` sarebbe stata mia e soltanto mia. L’ho consegnato a una giovane infermiera con la testa piccola e due enormi orecchini d’oro e poi, con le mie poche cose raccolte in un sacchetto di plastica, mi sono avviata alla fermata dei taxi.
Appena Buck mi ha visto comparire sul cancello ha cominciato a correre in tondo come un pazzo; poi, per ribadire la sua felicita`, ha devastato abbaiando due o tre aiuole. Per una volta non ho avuto cuore di sgridarlo. Quando mi e` venuto vicino con il naso sporco di terra gli ho detto: «Hai visto, vecchio mio? Siamo di nuovo assieme», e gli ho grattato il retro delle orecchie.
Nei giorni seguenti ho fatto poco o niente. Dopo l’incidente la parte sinistra del corpo non risponde piu` come una volta ai miei comandi. La mano soprattutto e` diventata lentissima. Siccome mi fa rabbia che vinca lei, faccio di tutto per usarla piu` dell’altra. Mi sono legata un fiocchetto rosa sul polso, cosi` ogni volta che devo prendere una cosa mi ricordo di usare la sinistra invece della destra. Finche` il corpo funziona non ci si rende conto di che grande nemico possa essere; se si cede nella volonta` di contrastarlo anche per un solo istante, si e` gia` perduti.
In ogni caso, vista la mia ridotta autonomia, ho dato una copia delle chiavi alla moglie di Walter. E` lei che passa ogni giorno a trovarmi e mi porta tutto cio` di cui ho bisogno.
Girando tra la casa e il giardino il pensiero di te e` diventato insistente, una vera ossessione. Piu` volte sono arrivata fino al telefono e l’ho sollevato con l’intenzione di mandarti un telegramma. Ogni volta pero`, appena rispondeva il centralino, decidevo di non farlo. La sera, seduta in poltrona – davanti a me il vuoto e intorno il silenzio – mi interrogavo su cosa fosse meglio. Su cosa fosse meglio per te, naturalmente, non per me. Per me certo sarebbe molto piu` bello andarmene con te accanto. Sono sicura che se ti avessi avvisato della mia malattia, tu avresti interrotto il tuo soggiorno in America e ti saresti precipitata qui. E poi? Poi magari io sarei vissuta ancora per tre, per quattro anni, magari in sedia a rotelle, magari istupidita e tu, per dovere, mi avresti assistito. Lo avresti fatto con dedizione ma, col tempo, quella dedizione si sarebbe trasformata in rabbia, in astio. Astio perche` gli anni sarebbero passati e avresti sprecato la tua giovinezza; perche` il mio amore, con l’effetto di un boomerang, avrebbe costretto la tua vita in un vicolo cieco. Cosi` diceva dentro di me la voce che non voleva telefonarti. Non appena decidevo che aveva ragione lei, subito compariva nella mia mente una voce contraria. Cosa ti sarebbe successo, mi chiedevo, se al momento di aprire la porta, invece di trovare me e Buck festanti, avessi trovato la casa vuota, disabitata da tempo? Esiste qualcosa di piu` terribile di un ritorno che non riesce a compiersi? Se ti avesse raggiunto laggiu` un telegramma con la notizia della mia scomparsa, non avresti forse pensato a una specie di tradimento? A un dispetto? Visto che negli ultimi mesi eri stata molto sgarbata con me, io ti punivo andandomene senza avvisarti. Questo non sarebbe stato un boomerang ma una voragine, credo che sia quasi impossibile sopravvivere a una cosa del genere. Cio` che dovevi dire alla persona cara resta per sempre dentro di te; lei sta la`, sotto terra, e non puoi piu` guardarla negli occhi, abbracciarla, dirle quello che non le avevi ancora detto.
I giorni passavano e non prendevo nessun tipo di decisione. Poi questa mattina, il suggerimento della rosa. Scrivile una lettera, un piccolo diario dei tuoi giorni che continui a tenerle compagnia. E cosi` eccomi qua, in cucina, con un tuo vecchio quaderno davanti a mordicchiare la penna come un bambino in difficolta` con i compiti. Un testamento? Non proprio, piuttosto qualcosa che ti segua negli anni, qualcosa che potrai leggere ogni volta che sentirai il bisogno di avermi vicina. Non temere, non voglio pontificare ne` rattristarti, soltanto chiacchierare un po’ con l’intimita` che ci legava una volta e che, negli ultimi anni, abbiamo perso. Per avere a lungo vissuto e aver lasciato dietro di me tante persone, so ormai che i morti pesano non tanto per l’assenza, quanto per cio` che – tra loro e noi – non e` stato detto.
Vedi, io mi sono trovata a farti da madre gia` in la` negli anni, nell’eta` in cui di solito si e` soltanto nonni. Questo ha avuto molti vantaggi. Vantaggi per te, perche` una nonna mamma e` sempre piu` attenta e piu` buona di una mamma mamma, e vantaggi per me perche`, invece di rimbecillirmi come le mie coetanee tra una canasta e una pomeridiana allo stabile, con prepotenza sono stata nuovamente trascinata nel flusso della vita. A un certo punto, pero`, qualcosa si e` rotto. La colpa non era ne` mia ne` tua ma soltanto delle leggi di natura.
L’infanzia e la vecchiaia si assomigliano. In entrambi i casi, per motivi diversi, si e` piuttosto inermi, non si e` ancora – o non si e` piu` – partecipi della vita attiva e questo permette di vivere con una sensibilita` senza schemi, aperta. E` durante l’adolescenza che comincia a formarsi intorno al nostro corpo un’invisibile corazza. Si forma durante l’adolescenza e continua a ispessirsi per tutta l’eta` adulta. Il processo della sua crescita somiglia un po’ a quello delle perle, piu` grande e profonda e` la ferita, piu` e` forte la corazza che si sviluppa intorno. Poi pero` con il passare del tempo, come un vestito portato troppo a lungo, nei punti di maggiore uso inizia a logorarsi, fa vedere la trama, ad un tratto per un movimento brusco si strappa. In principio non ti accorgi di niente, sei convinta che la corazza ti avvolga ancora interamente finche` un giorno, all’improvviso, davanti a una cosa stupida senza sapere perche` ti ritrovi a piangere come un bambino.
Cosi` quando dico che tra me e te e` insorto un divario naturale, intendo proprio questo. Nel tempo in cui la tua corazza ha cominciato a formarsi, la mia era gia` a brandelli. Tu non sopportavi le mie lacrime ed io non sopportavo la tua improvvisa durezza. Sebbene fossi preparata al fatto che avresti cambiato carattere con l’adolescenza, una volta avvenuto il cambiamento mi e` stato molto difficile sopportarlo. All’improvviso c’era una persona nuova davanti a me e questa persona non sapevo piu` come prenderla. La sera, nel letto, al momento di raccogliere i pensieri ero felice di quanto ti stava succedendo. Mi dicevo, chi passa l’adolescenza indenne non diventera` mai una persona davvero grande. Alla mattina pero`, quando mi sbattevi la prima porta in faccia, che depressione, che voglia di piangere! L’energia necessaria per tenerti testa non riuscivo a trovarla da nessuna parte. Se mai arriverai a ottant’anni, capirai che a quest’eta` ci si sente come foglie alla fine di settembre. La luce del giorno dura meno e l’albero piano piano comincia a richiamare a se` le sostanze nutritive. Azoto, clorofilla e proteine vengono risucchiate dal tronco e con loro se ne va anche il verde, l’elasticita`. Si sta ancora sospesi lassu` ma si sa che e` questione di poco. Una dopo l’altra cadono le foglie vicine, le guardi cadere, vivi nel terrore che si levi il vento. Per me il vento eri tu, la vitalita` litigiosa della tua adolescenza. Te ne sei mai resa conto, tesoro? Abbiamo vissuto sullo stesso albero ma in stagioni cosi` diverse.
Mi viene in mente il giorno della partenza, come eravamo nervose, eh? Tu non avevi voluto che ti accompagnassi all’aeroporto, e ad ogni cosa che ti ricordavo di prendere mi rispondevi: «Vado in America, mica nel deserto». Sulla porta, quando ti ho gridato con la mia voce odiosamente stridula: «Abbi cura di te», senza neanche voltarti mi hai salutata dicendo: «Abbi cura di Buck e della rosa».
Sul momento, sai, sono rimasta un po’ delusa da questo tuo saluto. Da vecchia sentimentale quale sono mi aspettavo qualcosa di diverso e piu` banale come un bacio o una frase affettuosa. Soltanto la sera quando, non riuscendo a prendere sonno, mi aggiravo in vestaglia per la casa vuota, mi sono resa conto che curare Buck e la rosa voleva dire curare la parte di te che continua a vivermi accanto, la parte felice di te. E mi sono anche resa conto che nella secchezza di quell’ordine non c’era insensibilita` ma la tensione estrema di una persona pronta a piangere. E` la corazza di cui parlavo prima. Tu ce l’hai ancora cosi` stretta che quasi non respiri. Ti ricordi cosa ti dicevo negli ultimi tempi? Le lacrime che non escono si depositano sul cuore, con il tempo lo incrostano e lo paralizzano come il calcare incrosta e paralizza gli ingranaggi della lavatrice.
Lo so, i miei esempi tratti dall’universo della cucina invece di farti ridere ti fanno sbuffare. Rassegnati: ognuno trae ispirazione dal mondo che conosce meglio.
Ora devo lasciarti. Buck sospira e mi guarda con occhi imploranti. Anche in lui si manifesta la regolarita` della natura. In tutte le stagioni, conosce l’ora della pappa con la precisione di un orologio svizzero.

Nonostante sia autunno

Congiuntivo presente образуется от основы глаголов настоящего времени в Indicativo путем прибавления соответственно следующих окончаний для стандартных глаголов I, II и III групп:

 

amare – I спр.

leggere II спр

finire – III спр.

partire- III спр

io

am-i

Legg-a

fin-isca

part-a

tu

am-i

Legg-a

fin-isca

part-a

Lui-lei

am-i

Legg-a

fin-isca

part-a

noi

am-iamo

Legg-iamo

fin-iamo

part-iamo

voi

am-iate

Legg-iate

fin-iate

part-iate

loro

am-ino

Legg-ano

fin-iscano

part-ano

 

Congiuntivo presente вспомогательных глаголов:

 

avere

essere

io

abbia

sia

tu

abbia

sia

Lui-lei

abbia

sia

noi

abbiamo

siamo

voi

abbiate

siate

loro

abbiano

siano

 

Congiuntivo некоторых нестандартных глаголов

 

fare

dire

andare

stare

dare

venire

sapere

io

faccia

dica

vada

stia

dia

venga

sappia

tu

faccia

dica

vada

stia

dia

venga

sappia

Lui-lei

faccia

dica

vada

stia

dia

venga

sappia

noi

facciamo

diciamo

andiamo

stiamo

diamo

veniamo

sappiamo

voi

facciate

diciate

andiate

stiate

diate

veniate

sappiate

loro

facciano

dicano

vadano

stiano

diano

vengano

sappiano

 

Congiuntivo модальных глаголов

volere

potere

dovere

voglia

possa

debba

voglia

possa

debba

voglia

possa

debba

vogliamo

possiamo

dobbiamo

vogliate

possiate

dobbiate

vogliano

possano

debbano

 

Когда употреблять Congiuntivo presente? Во-первых, чтобы употребить это время, глагол главного предложения должен стоять в presente или futuro. (с другими временами пока придется потерпеть).
Причем в главном предложении может стоять далеко не любой глагол. Сравните:

Marco dice che domani viene Laura – Марко говорит, что Лаура приедет завтра

Как видите, никакого Congiuntivo нам не потребовалось, обычное настоящее время в обеих частях предложения.

Так почему же тогда “speriamo che non sia finita?”

А потом у что Congiuntivo употребляется в придаточных предложениях, если в главном предложении выражается пожелание, сомнение, предположение или какие-либо эмоции:

Sembra che tu sia stanco. Кажется, ты устал.
lui crede che tu stia bene. Он думает, что ты хорошо себя чувствуешь.
E` bene che voi siate arrivati. Хорошо, что выприехали.
Speriamo che voi veniate da noi. Мы надеемся, что вы к нам придете.
Dubito che Mario venga stasera da noi. – Сомневаюсь, что Марио придет к нам сегодня вечером.
Suppongo che Lucia dica la verità. – Я предполагаю, что Лючия говорит правду.
Desidero che il bimbo vada subito a letto. – Я желаю, чтобы ребенок немедленно шел спать.
Temo che Franco e Luciano stiano già a casa. – Боюсь, Франко и Лучано уже дома.

Далее, нужно запомнить, что в придаточном предложении употребляется Congiuntivo presente для выражения одновременного или последующего действия. Примеры:

È assolutamente necessario che Mario te lo dica. – Совершенно необходимо, чтобы Марио сказал тебе  это. (действие последующее по отношению к главному)
Credo che Flavia stia meglio. – Я полагаю, что Флавии лучше. (действие одновременное с действием главного предложения)

 

Однако, это далеко не все случаи употребления Congiuntivo, кроме вышеприведенных эмоционально окрашенных примеров, Congiuntivo употребляется в

1) придаточных предложениях цели, вводимых союзами perche` (чтобы, для того, чтобы) affinche` (c тем, чтобы) и д. р.:

Ti ho portato il libro perche` tu studi. Я принес тебе книгу, чтобы ты занимался.

2) В придаточных уступительных, вводимых союзами benche` (хотя), nonostante (несмотря на), sebbene (хотя), malgrado (несмотря на), употребляется всегда Congiuntivo:

Sono venuto da te, benche abbia poco tempo`. Я пришел к тебе, хотя у меня мало времени.

 

 

E` come se qui accanto ci fosse una parte di te

Congiuntivo imperfetto обозначает действие, одновременное или прошедшее по отношению к действию, выраженному глаголом главного предложения. При этом глагол главного предложения должен быть употреблен в одном из прошедших времен или в Condizionale.

Volevo che tu partissi oggi. Я хотел, чтобы ты уехал сегодня.
Volli che tu partissi. Я хотел, чтобы ты уехал.
Avevo voluto che tu partissi. Я хотел, чтобыты уехал.
Ho voluto che tu partissi. Я хотел, чтобы ты уехал.
Vorrei che tu partissi. Я хотел бы, чтобы ты уехал.

Congiuntivo imperfetto правильных глаголов образуется при помощи определенных окончаний

 

Amare

Temere

Dormire

io

am-assi

tem-essi

dorm-issi

tu

am-assi

tem-essi

dorm-issi

lui lei Lei

am-asse

tem-esse

dorm-isse

noi

am-assimo

tem-essimo

dorm-issimo

voi

am-aste

tem-este

dorm-iste

loro

am-assero

tem-essero

dorm-issero

Congiuntivo imperfetto нестандартных глаголов

 

Fare (делать)

Bere (пить)

Essere (быть)

io

fac-essi

bev-essi

fo-ssi

tu

fac-essi

bev-essi

fo-ssi

lui lei Lei

fac-esse

bev-esse

fo-sse

noi

fac-essimo

bev-essimo

fo-ssimo

voi

fac-este

bev-este

fo-ste

loro

fac-essero

bev-essero

fo-ssero

Если глагол главного предложения употреблен в одном из прошедших времен, то глагол придаточного употребляется в Congiuntivo imperfetto для выражения одновременного или последующего действий.
Speravo che lui dicesse la verità. – Я надеялся, что он говорил правду. (одновременность)
Speravo che lui venisse presto. – Я надеялся, что он придет быстро. (последующее)
Если сказуемое главного предложения выражено глаголом в Condizionale presente или Condizionale passato, то в придаточном дополнительном предложении употребляется Imperfetto del Congiuntivo для выражения одновременности и следования.
Vorrei (ora) che fossi più affettuoso nei confronti della sorella. (одновременность)
Comunque fosse difficile la traduzione, cercherei di farla al più presto. (следование)

Avevi dieci anni e da poco avevi letto il Piccolo Principe

Trapassato prossimo является сложным временем, оно образуется с помощью Imperfetto вспомогательного глагола avere либо essere плюс participio passato спрягаемого глагола.

1. с глаголом avere:

avevo fatto
avevi fatto
aveva fatto
avevamo fatto
avevate fatto
avevano fatto

2. с глаголом essere:

ero andato (-a)
eri andato (-a)
era andato (-a)
eravamo andati (-e)
eravate andati (-e)
erano andati (-e)

Употребление Trapassato prossimo

Trapassato prossimo выражает прошедшее действие, предшествующее другому действию в прошлом. Trapassato prossimo может употребляться в независимом предложении, а также в составе придаточного предложения.

Avevi studiato cosi` tanto, vero?
Ho scoperto che quest`anno avevano cambiato il libro di testo e io non ne sapevo niente.
Ha preso la chitarra. Aveva cominciato a suonare all’età di quindici anni, era stato il padre a insegnargli la musica

L’altro ieri era partito per sciare, ma siccome faceva brutto tempo, stamattina è tornato.

Примечание
Так как в русском языке в системе глагола отсутствует предпрошедшее время, при переводе с итальянского языка для передачи предшествования, выраженного Trapassato prossimo нередко используются такие слова как: раньше, до этого, в прошлом, перед этим и т.п. Например:

Disse che aveva fatto il medico. – Он сказал, что до этого работал врачом. –Disse che faceva il medico. – Он сказал, что работал врачом;
Sono appena tornato dall’Italia. – Ci eri mai stato? – Я только что вернулся из Италии. – А раньше (до этого) ты когда-нибудь там был?

В придаточных предложениях Trapassato prossimo выражает действие в прошлом, предшествующее другому действию в прошлом, обычно выраженному Passato prossimo, Passato remoto, Imperfetto и даже самим Trapassato prossimo. Trapassato prossimo употребляется в придаточных причины, времени, определительных, следствия и др. Например:

На detto (disse, diceva, aveva detto) che erano già partiti;
Ci ha spiegato perchè l’aveva fatto;
Ci fu (e` stato, era stato) presentato lo scrittore che aveva ottenuto il primo premio;
Ci disse (ha detto, aveva detto) che aveva fatto il medico;
Era un lavoro che avevo fatto una trentina di volte;

Trapassato prossimo употребляется также в косвенной речи, заменяя passato prossimo прямой речи:

Mario disse: “Ho già finito di fare tutti i miei compiti”.
Mario disse che aveva già finito di fare tutti i suoi compiti.

Non ne sono proprio sicura

У частицы NE есть несколько функций в языке. Первая  – замена косвенного дополнения или целого придаточного предложение, вводимого предлогом “di”. Давайте посмотрим примеры:

Hai bisogno di questa macchina? – Si, domani ne ho veramente bisogno!

(Тебе нужна эта машина? – Да, завтра она мне действительно нужна!)

Итак, в данном конкретном случае мы имеем дело с оборотом avere bisogno di qualcosa. Чтобы в ответе на вопрос не повторять существительное, тем самым значительно удлиняя фразу (ho bisogno di questa macchina) – достаточно заменить оборот, вводимый предлогом di (di questa macchina ) на частицу ne, только не забудьте вынести местоимение перед глаголом и тогда получите “ne ho bisogno” – кратко, быстро, ясно, понятно, о чем идет речь из контекста предыдущего вопроса.

Вот еще простой пример:
Parlano spesso di politica? – Si, ne parlano ogni sera!

 Они часто говорят о политике? – Да, они говорят о ней каждый вечер

Такая же ситуация, чтобы не повторять в ответе di politica (итальянский язык вообще не терпит повторений) заменяем этот оборот на ne, ставя его перед глаголом.

Или вот так:
Marco domani parte!- Si, ne ho gia` sentito! (Si, ho gia` sentito di questo)
Марко завтра уезжает – Да, я уже слышал об этом!

Но зачем же говорить di questo, когда можно просто сказать ne – и быстрее и короче.

А что же имелось в виду в песне “Il tempo se ne va” в строчке “non me ne sono accorto prima”? А в песне имелось в виду, что Адриано Челентано non si e` accorto del fatto che si cresce in fretta in tua eta` – не спохватился о том факте, что в твоем возрасте (имея в виду 14 лет своей дочери) растут быстро. Поскольку глагол accorgersi управляет частицей di – (accorgersi di qualcosa – спохватиться о чем-либо), то имеем полное право заменить на ne, все, что после этого di стояло, и получили краткую и полную смысла строчку, приложив совсем немного усилий.
Кстати, в названии песни тоже присутствует частица ne, но там она входит в состав глагола “andarsene”, про это можно прочитать в соответсвующем разделе грамматики.

Вторая функция частицы ne – обозначение к
оличества, частичности предмета. Сразу смотрим примеры:

Quanti libri leggi al mese? – Ne leggo due o tre.
Quante stanze volete prenotare? – Ne vogliamo prenotare due.

При этом причастие прошедшего времени согласуется в роде и числе с существительным:

Quante sigarette hai fumato ieri?- Ne ho fumate cinque.
Quanti ragazzi hai conosciuto in Italia – Ne ho conosciuti 6.
Quanti film di Antonioni hai visto? – Ne ho visti molti.

se ti avessi avvisato della mia malattia, tu avresti interrotto il tuo soggiorno in America

Congiuntivo trapassato – сложная глагольная форма, образуется при помощи вспомогательного глагола avere или essere в congiuntivo imperfetto + participio passato спрягаемого глагола:

amare

partire

essere

avere

avessi amato

fossi partito (-a)

fossi stato (-a)

avessi avuto

avessi amato

fossi partito (-a)

fossi stato (-a)

avessi avuto

avesse amato

fosse partito (-a)

fosse stato (-a)

avesse avuto

avessimo amato

fossimo partiti (-e)

fossimo stati (-e)

avessimo avuto

aveste amato

foste partiti (-e)

foste stati (-e)

aveste avuto

avessero amato

fossero partiti (-e)

fossero stati (-e)

avessero avuto

 

Если глагол главного предложения употреблен в одном из прошедших времен, то глагол придаточного употребляется в Congiuntivo imperfetto для выражения одновременного или последующего действий или состояний, и в Congiuntivo trapassato для выражения действия предшествующего:
Speravo che lui dicesse la verità. – Я надеялся, что он говорил правду. (одновременность)
Non c’era nessuno che l’avesse visto quel giorno. – Не оказалось никого, кто бы в тот день видел его. (предшествование)
Speravo che lui venisse presto. – Я надеялся, что он придет быстро. (последующее)
Если сказуемое главного предложения выражено глаголом в Condizionale presente или Condizionale passato, то в придаточном дополнительном предложении употребляется Imperfetto del Congiuntivo для выражения одновременности и следования, и Trapassato del Congiuntivo для выражения предшествования:
Vorrei (ora) che fossi più affettuoso nei confronti della sorella. (одновременность)
Avrei voluto (allora) che tu fossi stato più attento durante l’anno scolastico. (предшествование)
Comunque fosse difficile la traduzione, cercherei di farla al più presto. (следование)

Не забываем о том, что Congiuntivo употребляется в

1) придаточных предложениях цели, вводимых союзами perche` (чтобы, для того, чтобы) affinche` (c тем, чтобы) и д. р.:

2) В придаточных уступительных, вводимых союзами benche` (хотя), nonostante (несмотря на), sebbene (хотя), malgrado (несмотря на):

Benche` suo padre avesse immaginato per lui un brillante avvenire nell’esercito, Herve` Joncour aveva finito per guadagnarsi da vivere con un mestiere insolito

 

Esiste qualcosa

Неопределенные местоимения замещают существительные, качественные и количественные признаки которых не определены.

К наиболее употребительным относятся:

Исходная форма (м.р.) Ж. р. Мн. ч. Примеры
Qualcuno (реже qualcheduno) – кто-то Qualcuno (-a) potrebbe non essere d’accordo.
Qualcosa – что-то Devo dirti qualcosa (=una cosa); Qualcosa è successo.
Ognuno – каждый Ognuno (-a) deve saperlo.
Ciascuno – каждый Ciscuno (-a) si occupi dei fatti suoi.
Chiunque (chicchesia) – кто бы ни, любой Chiunque lo dica è poco credibile; А chiunque gli chiedeva notizie, rispondeva di non saper niente.
Nessuno – никто Nessuno (-a) potrebbe negarlo.
Altro – другое, другой, другое дело -i (-e) Alcuni lo volevano, altri no; Altro è parlare, altro è soffrire.
Niente (несколько реже – nulla) – ничто, ничего Niente (nulla) lo interessa; Non disse niente (nulla).
Poco – мало -i, -e Pochi (poche) lo sanno.
Molto – много -i, -e Molti (molte) lo fanno.
Tutto – всё, весь -i, -e Ci ha raccontato tutto; Lo sanno tutti; Cosi fanno tutte.

Многие неопределенные местоимения совпадают по форме с неопределенными прилагательными (nessuno, tale, certo, altro, stesso, alcuno, tutto, poco, molto, troppo и др.) Сравните:

Non c’è nessuno specialista (прилагательное); – Non с’è nessuno (местоимение)

Форма uno может употребляться в функции артикля, числительного, а также неопределенного местоимения, например:

È stato uno sbaglio (неопределенный артикль);
Ne presi uno (количественное числительное);
Vide uno che non conosceva (неопределенное местоимение).

alle sette

Основные предлоги для указания времени приведены в сводной таблице:

Предлог

Перевод

Пример

A

В

Mi sveglio alle 7.00

Я просыпаюсь в 7.00

Fa

(тому) назад

Sono arrivato un mese fa

Я приехал месяц назад.

Tra/fra

Через

Arriva fra due giorni

Он приедет через три дня.

Da

Уже

Lavoro qui da un anno

Я работаю здесь уже год

Fino a

До

Resto fino alle tre

Я останусь до трех часов

In

Указание на период

In inverno mi piace sciare

Зимой мне нравится кататься на лыжах

Dopo

После

Dopo la scuola vado a casa

После школы я иду домой

Durante

Во время

Durnate il viaggio ho letto un libro

Во время поездки я читал книгу

Verso

Около

Arrivo verso le sei

Я приду около шести

Per

На

Resto per una settimana.

Я останусь на неделю.

 Предлог “а” очень важен при указании времени. Внимание: обычно “а” употребляется с артиклем, но слова mezzanotte и mezzogiorno выступают без артикля:

в 3.15 – alle tre e un quarto

в 6  – alle sei

в 13.00 – all`una

в 14.10 – alle due e dieci

в 14.40 – alle tre meno venti

в 12.00 – a mezzogiorno

А вот чтобы сказать когда мы родились, понадобится предлог in:

Sono nato nel 1978 – я родился в 1978

Но: я родился 5 сентября – Sono nato il 5 settembre.

Come sapro`

Ряд глаголов при образовании будущего времени теряет корневую гласную, это глаголы:

L`infinito

Il futuro (io)

Potere (мочь)

Potro`

Dovere (быть должным)

Dovro`

Sapere (знать, уметь)

Sapro`

Avere (иметь)

Avro`

Andare (идти, ехать)

Andro`

Vedere (видеть)

Vedro`

Vivere (жить)

Vivro`

А вот и полная табличка спряжение глагола POTERE в будущем времени:

Potro`

Potremo

Potrai

Potrete

Potra`

Potranno

Вторую группу исключений представляют глаголы, которые теряют целый слог, зато взамен приобретают целых две буквы «

Volere

Vorro`

Хотеть

Venire

Verro`

Приходить

Tenere

Terro`

Держать

Rimanere

Rimarro`

Оставаться

Bere

Berro`

Пить

Ну и наконец, выделим в последнюю группу исключений глаголы dare, fare, stare – они хоть и относятся к первому спряжению, но сохраняют гласную «а» при образовании Futuro semplice

Fare

Faro`

Делать

Dare

Daro`

Давать

Stare

Staro`

Быть, находиться

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